Quando vidi per la prima volta Cormorana, abbandonata al porto di Bogliaco, fu colpo di fulmine…nonostante i suoi evidenti acciacchi cagionati da tempo e incuria. Mi incuriosì molto il nome riportato sullo specchio di poppa da un adesivo ormai consunto dall’azione degli elementi. Non ho mai avuto modo di conoscere il motivo della sua scelta (cì sarà pur stato, non credete?), ma piacendomi non l’ho mai sostituito. E poi…si sa: le barche hanno un’anima e il loro nome dovrebbe essere sempre onorato.Curiosando in rete nel tentativo di risalire ai motivi che hanno spinto il precedente armatore a chiamare la mia attuale barca così, mi sono imbattuto nella leggenda di Utrost che brevemente vi riassumo.
Nel nord della Norvegia, il Cormorano è tradizionalmente considerato un animale semi-sacro ed è ritenuto un segno di buona sorte poterlo avere vicino. Secondo un’antica tradizione, le persone che muoiono in alto mare, senza alcuna possibilità di recupero dei loro corpi, trascorrono l’eternità sull’isola di Utrost, che solo in rare occasioni può essere avvistata dagli umani. Gli abitanti di tale isola pare possano visitare le loro case solo nelle sembianze di cormorani . Utrost apparirebbe, infatti, unicamente alle persone devote o veggenti che si trovano in pericolo di vita in mare e si rivela in luoghi in cui non esiste terra.
Quest’isola fantasma, dalle verdi colline e gialli campi di grano, si troverebbe a sud delle isole Lofoten.
Così, i pescatori del Nordland, quando scorgono pagliuzze di grano sul timone o chicchi d’orzo nello stomaco dei pesci, sostengono di essere passati per Utrost…
Al di là delle nordiche e curiose leggende che attribuiscono sacralità al Cormorano, devo dire che questo volatile mi è proprio simpatico e lo sento vicino al mio modo di vivere: svernante regolare, migratore, localmente estivante e nidificante stazionario. Uccello adattabile ad acqua dolce e salata…esattamente come Cormorana che ha solcato i mari della Sardegna, prima per poi abbandonarsi nelle placide acque Gardesane, dove l’ho trovata.
Ora migrata nel Mare Adriatico attende di spiccare il volo verso le Coste Croate….chissà: forse era proprio destino!
