Periodo delirante…impegni forza 8. Come un treno di onde si susseguono scadenze, problemi da risolvere, richieste, scadenze…e pensare che avevo programmato un weekend all’Elba ma anche il lavoro a volte, come la meteo, sa essere imprevedibile.
E’ venerdì e stasera, nonostante la stanchezza, voglio andare a Cecina e dormire in barca. Una veloce, si fa per dire (disto a più di un’ora di strada) scappata al Cantiere Zuanelli per ritirare il nuovo tavolo del quadrato di Cormorana (Cantiere sempre super efficiente) e, dopo aver sistemato le ultime cose a casa, si parte alla volta di Cecina per il weekend di mare. Traffico e stanchezza sembrano rendere interminabile la distanza fra la mia abitazione ed il Marina…ed in effetti arriviamo alle 2.30 di notte. Dobbiamo scaricare tender, tavolo, cambusa e borsoni e temiamo di fare rumore per cui ci limitiamo all’essenziale ma il tavolo, ecco, quello lo voglio proprio installare…e così faccio.


Dopo poche ore di sonno ristoratore, scatto come una molla e preparo una colazione veloce prima di andare a recuperare il tender rollabile che prontamente gonfio per prepararlo alla spedizione…già, ma quale??? Il superforecast di windfinder è di tonalità verde per tutto il weekend…mmm…situazione certamente non impossibile da affrontare ma quel vento di gradiente che proviene da NW con raffiche fino a 18 nodi non lascia molte speranze per noi che abbiamo deciso di ripiegare su Baratti.
La rada, infatti, è aperta al Maestrale e so che non staremo proprio bene all’ancora. Soprattutto conosco il nostromo…che, al di là dell’altisonante carica di sottoufficiale che le attribuisco, so non essere proprio predisposta allo sbandamento della barca a vela.
Approccio un timido tentativo di pulire la mia coscienza, proponendo all’equipaggio un bagnetto fuori porto, ma l’ inconsapevole convinzione delle mie donne di volersi spingere a Baratti fa desistere ogni mio buono proposito e parto senza troppi ripensamenti.
In fondo, all’andata, avrò il vento in poppa (o meglio al lasco) e la navigazione sarà anche confortevole. Potrei poi ripiegare su Salivoli alla ricerca di un buon ridosso per la notte, ma sono troppo curioso di provare ad ormeggiare alla boa per verificare il “comfort”, con vento di Maestrale . Si perché troppo spesso ho il tarlo di voler cambiare ormeggio e Baratti sarebbe perfetto: così vicino all’Elba e tanto incantevole. Mi ha sempre perplesso, tuttavia, questa sua esposizione al vento di NW… insomma…devo proprio toccare con mano. La navigazione e’ piacevole, tra una lettura di un libro e qualche stuzzichino…ma perché in barca mi viene sempre così fame???
In prossimità del campo boe di Baratti contatto l’ormeggiatore e richiedo la disponibilità di un ormeggio. La manovra si conferma movimentata. Il corridoio che imbocco per dirigermi alla mia area di attracco è delimitato da barche agitate che beccheggiano vistosamente come la folla inferocita al passaggio di un politico poco gradito…ho provato sensazioni migliori. I treni di onde sollevano la prua della mia barca e di quelle vicine e Vale fa un po’ fatica ad incocciare l’enorme cima alla bitta. Il primo tentativo, infatti, fallisce e Cormorana si avvicina pericolosamente ad un ferro da stiro (n.d.r barca a motore cabinata) che sembra non aspettare altro che noi, per sbattere il suo brutto muso sulla fiancata di dritta. Torno velocemente al posto di comando che avevo da poco abbandonato per aiutare mia moglie e riprendo controllo della nostra Cormy. Al secondo tentativo corro a prua per aiutare il Nostromo e posso constatare che occorre effettivamente molta forza perché le onde spingono immediatamente indietro Cormorana, ma alla fine ci riusciamo. Successivamente incocciamo tutte le altre cime alle restanti bitte e così Cormorana viene assicurata al suo ormeggio… pace raggiunta.
Ok ora che si fa?? Come minimo un bagnetto in spiaggia.
Mentre ci facciamo accompagnare al pontile dal servizio navetta, osservo la mia amata barca che beccheggia vistosamente…sembra davvero un Cormorano intrappolato da una rete di pescatori e pare si stia dimenando nel tentativo di prendere il largo per sfruttare questo bel vento teso per una bella cavalcata fra le onde…non posso fare a meno di pensare a quando torneremo in barca…per Vale non sarà facile. Comincio ad avere un po’ il senso di colpa che sopprimo tra una risata e l’altra.


Quanto è bella Baratti! Scesi a terra le bancarelle e la musica ci fanno sembrare di essere approdati in una piccola isola della Grecia…oddio…non ci sono mai stato ma me la immagino così: selvaggia, scarsamente antropizzata e baciata dal vento. Osservo le barche al campo boa e respiro a pieni polmoni quest’aria balsamica. Eppure non siamo su un’isola…
La piccola Micol rivendica un bagno per giocare fra le onde e l’accompagno più che volentieri mentre Vale si gode il meritato riposo in spiaggia ed il pomeriggio scorre veloce.
E Stasera? Che si mangia stasera? Mi ripeto…perché ho sempre fame quando vado in barca?
Propongo il ristorante ma Vale ha procurato un buon “chilozzo” di vongole e quasi quasi mi cimento nella funanbolica cottura di uno spaghetto a bordo. L’idea mi stuzzica e penso a quando prima o poi lo farò in Atlantico spinto dagli Alisei.
Finito il bagno è tempo di risalire.
Al servizio navetta ci sono Ilaria e Simona della Rada Etrusca. Si ricordano della nostra visita qui a Baratti, la scorsa estate e si confermano simpatiche e ospitali.
Appronto i teli mare affinchè ci riparino da questa brezzolina che sembra essere leggermente più pungente e a turno ci concediamo una calda doccia in pozzetto.
Ho il tempo di chattare con qualche amico velista che già mi mette in guardia circa le scomodità che incontrerò durante la notte.
Mentre le donne sono in pozzetto a gustarsi l’aperitivo al tramonto io mi accingo a predisporre il pentolame per cucinare quello che sarà un ottimo spaghetto alle vongole…speriamo solo di riuscire a digerirlo… 😊
L’impresa si presenta piuttosto ardita, non solo per il beccheggio ma per la dimensione della padella che contiene a fatica il chilo di vongole ma non desisto…anzi…invio la foto della ricetta all’amico Mario Zuanelli…non sarò un bravo velista ma lo spaghetto alle vongole lo cucino anche sulle montagne russe!!!
Il buio della notte cala su di noi, il vento si affievolisce leggermente ma l’aria resta frizzante ed il moto ondoso piuttosto persistente…forse meglio cenare in quadrato. Poco dopo le donne crollano e vanno in cuccetta…io non posso rinunciare alla rituale grappa in pozzetto. Mi piace godere del silenzio del pozzetto, scrutando le stelle e le luci in rada mentre placidamente la barca ondeggia. Per me non c’è niente di più rilassante. E’ un momento tutto mio dove raccolgo i pensieri cattivi e li do in pasto ai pesci per lasciare spazio solo a quelli positivi e mi sento in pace con il mondo. Questa sera, tuttavia, credo proprio che ci resterò poco: fa proprio freddino!!!
Ai piatti penserò l’indomani…che giunge presto.
Mi sveglio, alle 6 perché voglio sfruttare l’apparente tregua del maestrale per risalire prima che torni a rinforzare…come scritto Vale non ama proprio lo sbandamento e Cormorana, di bolina, da veramente il meglio di se. Adoro poi guardare fuori dall’oblò e vedere i primi raggi di luce che si fanno largo evidenziando i profili della terra.
Quindi, in ordine: tuffo rinvigorente e rinfrescante (anche troppo), colazione, piatti, e sistemazione per la partenza poi…torno in branda e ci resto fino alle 8.30!
L’equipaggio nel frattempo si sveglia e mi richiama al dovere. Potremmo mollare gli ormeggi autonomamente ma chiamo l’ormeggiatore più per salutarlo che altro…e via…si riparte in direzione Cecina…

Navigazione che prosegue a motore fino a quando Micol rivendica di navigare a vela e di spegnere quel brontolone del Volvo…osservo Vale che rilassata prende il sole coricata sulla panca e mi chiedo se sia il caso di scomodarla facendo sbandare la barca…ma i 17 nodi di reale da NW sono troppo invitanti e così Micol si posiziona al winch di dritta per srotolare il grande genoa (la randa l’avevamo già aperta in partenza per stabilizzare la barca durante la navigazione a motore).
Brava la mia piccola che ce la mette tutta per cazzare quel grande lenzuolo che con molta forza la contrasta. Con un piccolo aiuto del papà la vela va a segno…ma ci rimane ben poco perché l’acuto di Vale ci fa capire che forse siamo troppo piegati per lei…e così riduciamo tela. A ben pensare il Nostromo è il miglior inclinometro analogico esistente! Poco male, nonostante il genoa rollato, la randa scarrellata sottovento ed il traino del tender navighiamo comunque a 5,5 nodi con punte di oltre 6.
Micol sta diventando davvero brava al timone…se penso che usciamo così poco… sarebbe bello se facesse un corso di vela…ma lei ha una grande passione per il tennis ed è giusto che segua le proprie aspirazioni…vorrà dire che un giorno faremo una bellissima e lunga crociera io e lei…padre e figlia… quanto mi piacerebbe.
Con Micol al timone ho il tempo di coricarmi e chiudere gli occhi per gustare il silenzio della navigazione a vela. I sensi si acuiscono ed il profumo del mare si fa più intenso. Questo mare mi piace sempre di più…adoro Lignano ma il mare qui è davvero un’altra cosa e un sorriso involontario tradisce la mia soddisfazione per la scelta fatta di cambiare zona di navigazione.
La bellissima cavalcata, nel frattempo, ci porta nelle vicinanze del Marina di Cecina. Diamo tregua a Vale e l’ultimo piccolo tratto lo facciamo a motore ristabilizzando Cormorana e preparandoci all’ormeggio.
Micol come un soldatino ha già indossato le scarpette da barca e all’ingresso del porto agilmente si accinge a predisporre i parabordi mentre Vale esegue le stesse operazioni sull’altro lato della barca.
All’ormeggio troviamo i vicini di barca che gentilmente ci allungano le cime sopravento. Con loro ci sono le loro figlie che invitano Micol ad andare in spiaggia. Lei mi guarda come per chiedermi il consenso e io con un sorriso le do il benestare…poi mi giro, guardo la barca e…ok, tocca a me anche questa volta doverla lavare…chiudendo così questo bellissimo ed intenso weekend a Baratti.
