Ricorderò per molto tempo la breve crociera all’Isola d’Elba di quest’anno per l’alta concentrazione di eventi fastidiosi in così pochi giorni…ma nonostante tutto, non posso fare a meno di constatare che i momenti più gradevoli della mia esistenza li vivo a bordo della nostra Cormorana.
Onestamente devo confessare che fingo di essere Marinaio, ma spero di poterlo diventare veramente un giorno…diciamo che per ora mi considero un apprendista volonteroso…Tuttavia un atteggiamento patologico, tipico di tutti i marinai, l’ho fatto subito mio : sono tremendamente superstizioso.
Perché scrivo questo? Perché i giorni antecedenti la mia partenza una serie di imprevisti sul lavoro avevano falcidiato il periodo che avevo pensato di dedicare alla crociera, riducendola ad una breve gita di 4 miseri gg…meglio di nulla. L’ultimo giorno di lavoro, poi, un bisticcio in Studio dettato dalla tensione, più che da reali problemi, mi aveva lasciato una sgradevole sensazione, preludio di una vacanza contrassegnata simpaticamente da “sfiga” (sono ben consapevole che le vere avversità nella vita siano altre).
Ad ogni modo…eliminato il progetto Corsica, mi rimaneva la possibilità di trascorrere una piacevole esperienza all’Elba e così, con Valentina e la piccola Micol, dopo gli ultimi frettolosi acquisti sono partito per Cecina…di seguito il breve racconto.
Domenica mattina 12 agosto dedicata a caricare la barca, installare il barbecue magma (grande acquisto) e la sella nuova per la zattera di salvataggio…che nel quadrato, oltre a non servire, dava veramente fastidio.
Alle ore 15 molliamo gli ormeggi e salpiamo con l’intenzione iniziale di atterrare a Baratti. Un piacevole vento di 12 nodi da Nord Ovest ci spinge al lasco con rotta 173°, nella direzione dell’amato golfo. Navigazione ideale per Valentina che, a barca stabile e non sbandata, può comodamente godersi il sole in tutto relax. Io dopo poco tempo passato al timone, decido che sia ora del turno dell’autopilota così da potermi dedicare ad uno dei miei passatempi preferiti a bordo…la preparazione di qualche delizioso spuntino!!! Molti penseranno che non sia nobile come la lettura di un buon libro…ma che ci volete fare non posso resistere alla tentazione di preparare qualche cicchetto a bordo durante la navigazione.
Scendo così sottocoperta per farmi ispirare dalla ricca cambusa e vengo subito catturato dal sacco del pane fresco acquistato in paese. Il suo profumo invade il quadrato e la tentazione di accompagnarlo con dell’affettato è forte. Opto tuttavia per qualcosa di più leggero e immolo la baguette per preparare delle sfiziose bruschette con feta, patè di olive, pomodorini e basilico (mai dimenticare la piantina di basilico da tenere al giardinetto).
Esco in pozzetto con bruschette e bevande e mi godo la silenziosa e piacevole veleggiata. Saranno il caldo, il sole splendente, il blu del mare, il sapore della feta arricchita dal pungente e aromatico patè di olive che avvolge il palato in un’esplosione di profumi mediterranei, ma la sensazione è quella di essere lontano miglia e miglia da Cecina e di navigare in acque elleniche, sulla rotta di Ulisse verso l’amata Itaca…
Terminate le bruschette, scolata la birretta, è ora veramente di dedicarsi alla lettura di un buon libro e così faccio. La biblioteca di bordo suggerisce un grande classico: “Solo intorno al mondo” di Joshua Slocum.
Ogni tanto interrompo la lettura per sapere come sta procedendo la crociera dell’amico Leonardo che, dopo aver sistemato la sua bella Ronzinante, si può finalmente godere una meritata crociera con la sua compagna Annette.
Leo mi segnala un campo boe a Cavo, così dopo un breve briefing con Vale, al traverso di San Vincenzo, decidiamo di orzare e di puntare Cavo. Nel frattempo il vento è calato quindi procediamo a motore con randa a stabilizzare. Il gps segna l’ETA a 20.30, troppo tardi per sperare di trovare ancora gli ormeggiatori. Senza troppe speranze, contatto telefonicamente Cavo Rent che gestisce l’ormeggio. Piacevolmente sorpreso, scopro persone estremamente gentili e disponibili. Mi dicono di non preoccuparmi e di avvisarli al mio arrivo perché mi aspetteranno.

Procedo quindi sereno verso la meta. Il sole sta tramontando e tinte di rosso acceso sfumano l’orizzonte facendo da sfondo a Capraia che si mostra al traverso in tutto il suo splendore…spettacolo per gli occhi e lo spirito. In prossimità dell’amena località di pescatori, complice una nave porta container che sopraggiunge veloce, decidiamo di ammainare la randa per prepararci ad un agevole atterraggio. Con la randa rollabile il compito è davvero semplice ma, ahimè, non questa volta. La randa è bloccata: non entra e non esce e a nulla valgono i tentativi di sbloccarla… il vento, nel frattempo aumenta, il motore si spegne e la nave si avvicina sempre più…la randa fileggia e sbatte nervosamente rendendo acusticamente cupo l’intensificare del vento…per la gioia di Valentina…Con calma apparente, coadiuvato dalla piccola Micol, cerco di avvolgere la randa alla meglio attorno all’albero, legandola con un elastico e, dopo aver riacceso il motore, procedo dritto verso il campo boe. E’ ormai buio e spero che gli ormeggiatori mi abbiamo aspettato; fortunatamente così è. Sono preoccupato perché temo che la vacanza sia finita. Ora il vento è in poppa, fa buio e non posso certo cercare di sistemare il problema…serve un diversivo per allontanare i pensieri negativi. Dopo una doccia rigenerante, trovo l’ispirazione aprendo il frigor di bordo, ricco di golosità da grigliare… Se proprio la “vacanza” deve finire…almeno che mi sia tolto la soddisfazione di provare il Magma in rada…e grigliata sia…Nel buio della notte, comodamente seduti in pozzetto, ci godiamo le luci di Cavo in festa, gustandoci il piatto prelibato.

Soddisfatto il palato, dopo una piacevole serata, scendiamo sottocoperta per abbandonarci nelle nostre cuccette… ma quanto è bello dormire in barca, cullati dal vento, nel silenzio della notte, senza rumori fastidiosi?…ecco appunto…cos’è questo baccano in coperta??? La vela! Il vento è girato! Apro gli occhi, un po’ frastornato nel tentativo di capire cosa stia accadendo e che ore siano…5.30, il vento è girato in prua…con un balzo salgo in coperta… e mia figlia Micol mi segue a ruota. Tento nuovamente di far rientrare o uscire la randa…nulla da fare… mollo il paterazzo per raddrizzare l’albero e vado ad ispezionare bene il circuito…e mi accorgo che il problema è davvero una sciocchezza: una pastecca si è aperta e non permette alla scotta di scorrere correttamente, anzi è proprio incastrata… quella maledetta blocca tutto il circuito. La sera precedente, nella concitazione e al buio, non me ne ero proprio accorto. Sostituisco il bozzello con un altro che ho a bordo di ricambio e dopo aver ripristinato il circuito…la randa entra che è una meraviglia…fantastico…possiamo proseguire la nostra mini vacanza. La cambusa, come scritto, è molto ricca…ma un giretto al paese per una meritata colazione al bar è quello che ci vuole…


Cavo è una località carina, ma davvero piccola piccola e tale da non giustificare una permanenza prolungata a terra. Così risaliamo presto a bordo anche se nel frattempo uno scirocco di 25 nodi ha deciso di fare capolino…
Poco male, noi abbiamo intenzione di andare in direzione Porto Ferraio e saremo ridossati dall’isola durante la navigazione… l’indomani, infatti, sono previsti forti temporali e dobbiamo cercare un adeguato riparo. Durante la navigazione, facendo lo slalom tra i traghetti dei turisti che sbarcano e partono dall’isola, cerco di contattare tutti i Marina per prenotare un ormeggio…Tutti i tentativi, tuttavia, si rivelano infruttuosi e nella mia mente cominciano a farsi strada pensieri negativi che cerco di allontanare…Non che io sia particolarmente amante dei porti, ma conosco il mio nostromo e so che un temporale preferirebbe affrontarlo protetta in una cassaforte, piuttosto che in una rada affollata…ma sembra sarà quest’ultima la soluzione che dovremo affrontare. Nel frattempo arriva un messaggio di Leonardo, che a Capraia è sotto un temporale molto forte. Deve essere la perturbazione che si sta spostando a sud est…chissà in quanto tempo sarà qui. Proprio all’ingresso di Porto Ferraio, veniamo ricontattati da Salivoli: sembra si sia liberato un posto. Inversione di rotta, quindi. Il programma ora è deviato verso un bagnetto in una caletta e poi dritti al Marina di Salivoli. Tutte le baiette che incontriamo da Porto Ferraio a Cavo sono piene di barche…non c’è da stupirsi se consideriamo di essere nella settimana turisticamente più affollata dell’anno.

Proseguiamo, quindi, la nostra navigazione e alla fine ci ritroviamo di nuovo a Cavo, dove decidiamo di dare fondo tra Isola dei Topi e la spiaggia. Tuttavia, appena eseguito l’ancoraggio, mi giro per scrutare il cielo che sembra stia cambiando colore. Non mi piace e decido di ripartire subito in direzione Salivoli…

Il cielo si fa sempre più scuro, alle mie spalle vedo formarsi una tromba marina che si dissolve poco dopo aver puntato l’Isola d’Elba. Invito l’equipaggio a scendere sotto coperta e a passarmi la cerata ed in pochi minuti siamo sotto una pioggia battente, fra fulmini davvero terrificanti e tuoni spaventosi. Sento la barca molto sicura ed il vento ora e a 25 nodi con raffiche di 30, nulla che possa impensierire Cormorana. Ciò che invece mi tormenta sono questi fulmini che piovono da tutte le parti ed il mio albero in mezzo al mare che pare essere un invito a prenderci…Nel frattempo la visibilità e’ diventata scarsissima: non vedo più né l’Elba né Piombino…Vale, inutile a dirlo, è molto spaventata ma cerco di rassicurarla sorridendo. A metà canale, tuttavia, un fatto che subito reputo strano ed inspiegabile mi perplime e mette in discussione la mia serenità interiore….Tre farfalle bianche svolazzano in coperta, posandosi sulla tuga… Mi chiedo cosa ci facciano tre farfalle bianche in mezzo al canale di Piombino, sotto un temporale terrificante… Il loro numero (tre proprio come noi) ed il loro candido colore prendono temporaneamente possesso della mia mente. Stupidi pensieri fatalisti che descrivono l’epilogo del nostro destino già segnato si fanno largo…Sono consapevole che sia una sciocchezza, ma non posso fare a meno di pensarci e di certo questi lampi accompagnati da tuoni che sembrano voler spaccare il cielo non mi aiutano a stare sereno. Alla fine cerco di far prevalere il raziocinio e giunto ormai in prossimità di Salivoli chiedo a Vale di contattare il marina per l’ingresso in porto. Pare esserci davvero molto traffico e ci invitano ad attendere fuori perché c’è solo un ormeggiatore che assiste le barche. Inizio a girare avanti ed indietro mantenendo il motore su di giri e la randa pronta per essere aperta per evitare che un’interruzione improvvisa della forza motrice ci faccia rovinare a scogli. Sono irritato per la lunga attesa e mi convinco che se non mi faranno entrare a breve riprenderò il largo perché non mi piace la situazione. Comincio ad avere freddo, ho stupidamente lasciato a casa gli stivali (mai più) e i piedi sono fradici. Non ho indossato i pantaloni e sotto la cerata sono a dorso nudo…ho contravvenuto alle basilari regole e me ne pento, ma ormai è fatta. Micol nel frattempo è uscita in coperta per aiutarmi. Anzi è sempre stata sotto lo spryhood per non lasciarmi da solo. La piccola è davvero brava: si muove sempre mantenendo basso il baricentro e tenendo una mano alla barca. Finalmente veniamo contattati ed entriamo…L’ormeggio è da manuale e senza assistenza…segno che l’equipaggio sta imparando. Siamo fradici ma al tempo stesso molto contenti. E’ stata comunque un’esperienza costruttiva e prima o poi dovevamo provarla.

Nei tre giorni successivi, per non forzare l’equipaggio, siamo rimasti nel porto di Salivoli riparandoci tra un temporale e l’altro. Il quarto ed ultimo giorno ci ha visti rientrare con un bel vento da sudest sui 20 nodi, girato poi a NW e che ci ha condotti fino a Cecina facendoci godere l’ultima cavalcata…

Eravamo partiti con tante aspettative, pur consapevoli del poco tempo a disposizione e abbiamo concluso con il rammarico di aver visto poco della meravigliosa Isola d’Elba. L’esperienza, tuttavia, è stata davvero appagante. Un doveroso ringraziamento lo devo a mia moglie Valentina, che pur non appassionata come me di questo mondo, continua ad assecondare i miei desideri e continuerà a farlo anche dopo questa esperienza non propriamente idilliaca.


…complimenti Federico, sei un perfetto narratore!
Grazie mille, Teo. Mi scuso per il ritardo della risposta ma in questi mesi non ho messo mano al blog…